
Prandelli: "La Nazionale è arrivata troppo presto: ecco cosa mi ha spinto al sì. Flirt con la Juventus? Questa la verità"
"Credo che la chiamata in Nazionale sia arrivata un po’ troppo presto. Però ci furono due cose a spingermi. Primo l’amore per la Nazionale. Se ti chiama l’Italia, come fai a dire no? E poi ci fu una dichiarazione della Fiorentina: "Lo abbiamo accasato alla Nazionale". Dissero così: lo abbiamo accasato. Malgrado avessi ancora il contratto, mi sembrava chiaro cosa volessero". A parlare è Cesare Prandelli.
Il neo tecnico del Genoa, tornato in Italia dopo le varie avventure, l’ultima sulla panchina azzurra, a Tuttosport rivela che nell’estate 2010 ci fu la grande possibilità di allenare la Juventus: "I dirigenti mi dissero che ero libero di trattare con chiunque. Poi una mattina apro un giornale e leggo un attacco feroce per questa cosa. Incredibile: mi avevano dato loro il via libera. Allora risposi: bene, io sono pronto a firmare per cinque anni con la Fiorentina. E loro mi accasarono in Nazionale. Avevo un altro anno con la Fiorentina. Me ne andai, lasciando quel contratto sul tavolo, senza pretendere nulla, malgrado avessero una gran fretta di chiudere con Mihajlovic".
Con oltre 550 panchine alle spalle, Cesare Prandelli ha ancora tanta voglia di allenare: "Penso sempre a sperimentare, perché non bisogna mai smettere di provare a migliorarsi. Nel calcio non c’è più niente da inventare ma si può lavorare su certi concetti, interpretandoli al meglio. E io non smetto di provarci. Mi sento gasato, ho un entusiasmo che non ti dico".
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